SEPT 1-3 2023
CONVOCATORIA ECOLOGISTA
TARANTO
UN ALTRO MONDO È ANCORA POSSIBILE?
Questa è l’era del fuoco che non si spegne. La distruzione attuata dall’umanità sta lacerando la rete della vita, la rete di rapporti tra gli organismi e i luoghi in cui è inglobata la nostra esistenza. L’infiammazione è un percorso biologico, sociale, economico ed ecologico, tutti che s’incrociano, percorsi i cui tracciati sono stati creati dal mondo moderno. [Rupa Marya, Raj Patel]
La prima edizione della CONVOCATORIA ECOLOGISTA ha aperto una via di visioni, desideri, di percorsi condivisi, di cura, rabbia, gioia, lotte. Ha espresso una tensione volta a legittimare saperi dai margini. Dai margini geografici del Sud e del Mediterraneo, ma anche da quelli trasversali di altre geografie, quelle delle esperienze che occupano le nostre vite, che attraversano i corpi, creando spazi e confini che non sono i nostri. Le geografie dell’indifferenza, dell’esclusione, dell’oppressione.
CONVOCATORIA significa ‘chiamata’. Vogliamo rinnovare una chiamata ecologista a Taranto, che non ambisca a trovare risposte, ma a sperimentare nuove pratiche per porre domande in tanti altri modi possibili. Vogliamo pensarci comunità nelle differenze, anche nei divari, a partire da territori sottratti, i nostri, altri, dalle voci che non sentiamo, dai corpi che non vediamo, dai bisogni che non esprimiamo, dalla cura che necessitiamo.
Taranto è un luogo marginalizzato e stigmatizzato, abusato materialmente ma anche simbolicamente dalle narrazioni di un potere che vuole contrapporre necessità inalienabili per dividerci e usarci. L’ecologismo non divide le lotte, ma le contamina. Questa chiamata ecologista è a tante voci, è una polifonia, un’intreccio di lotte, ognuna coi propri immaginari, ma che aspira a costruire un vivere comune, in cui liberarci, o tutt* o nessun*.
La seconda edizione della CONVOCATORIA parte da questo orizzonte: decostruire le narrazioni del sapere patriarcale, unificato e moderno, per cercare nuovi saperi eretici, militanti della nostra quotidianità, radicati nelle condizioni del nostro vivere collettivo.
Ci sentiamo figl3 della contraddizione di un margine che vive la scissione di essere attraversato da ontologie di colonialità e, al contempo, parte di quel Nord globale responsabile dei processi di razzizzazione e di sessualizzazione moderni. Decolonizzare corpi e margini per noi significa ripartire da un pensiero situato, capace di emergere da pratiche laboratoriali condivise, conflittuali e consapevoli. Capace di guardare alla patologizzazione come forma di dominio, alla malattia come reazione sana alla tossicità, di chiedersi quali forme di cura collettiva possono scardinare i meccanismi di una crisi socio-ecologica che si esprime nella disfunzionalità dei nostri sistemi biologici, affettivi e sociali. A partire da nuove alleanze e oltre i confini imposti ai margini.
IS ANOTHER WORLD STILL POSSIBLE?
This is the epoch of endless fire. Human destruction is tearing apart the web of life, shredding the network of relationships between organisms and places in which our lives are embedded. Inflammation is a biological, social, economic, and ecological pathway, all of which intersect, and whose contours were made by the modern world. [Rupa Marya, Raj Patel]
The first edition of the CONVOCATORIA opened the way to visions, desires, shared paths, to care, rage, joy and struggles. It expressed a tension towards legitimating knowledge from the margins. From the South and the Mediterranean margins, but also from the transversal ones of other geographies, those of the experiences which occupy our lives and our bodies, creating spaces and frontiers that do not belong to us. The geographies of indifference, exclusion, oppression.
CONVOCATORIA means ‘call’. We would like to renew an ecologist call to Taranto, not aiming to find answers, but rather to ask questions in many other possible ways. We want to think ourselves as community in the differences, even in the gaps, starting from deprived territories, our ones, other ones, from the voices we do not hear, the bodies we do not see, the needs we do not bring forward, the care we are looking for.
Taranto is a marginalized and stigmatized place, which is drained both materially and symbolically through the narratives of a Power aiming to oppose inalienable needs in order to divide us and exploit us. Ecologism does not divide the struggles, it connects them. This ecologist call is made of many voices, it is a polyphony, a merge of struggles, each one coming with its own vision, but aspiring to a common living, to paths of liberation, for either all or none.
The second edition of the CONVOCATORIA aims to explore this dimension: to deconstruct the narrations of a patriarchal world, modern and unified, to look for new heretical knowledge, rooted in our daily life and in the conditions of our collective living.
We do feel part of the contradiction of a margin both subjected to ontologies of coloniality and belonging to a Global North which is accountable for the processes of racialization and sexualization of Modernity. To decolonize bodies and margins means to us at first to take a situated stance, able to arise from shared, conflictual and conscious practices. Able to look at pathologization as a form of domination, at illness as a healthy response to toxicity. Able to ask which forms of collective care can shake the roots of a socio-ecological crisis made manifest by our dysfunctional biological, affective and social systems. Starting from new alliances and beyond the boundaries set on the margins.